È una resistenza dei nostri tempi, che si consuma sotto i nostri occhi quella del popolo ucraino. Alona è arrivata in Italia a fine marzo con il figlioletto, il marito è rimasto in patria. Un popolo quello ucraino, che non ha esitato un momento a difendere la sua terra e la sua libertà. “Sono molto preoccupata per mio marito e per tutti coloro che sono rimasti in patria – ci racconta -siamo consapevoli che alcuni bambini non rivedranno i loro padri e alcune mogli non rivedranno i loro mariti. Artiom e Maria, invece, sono potuti venire via dall'Ucraina tutti insieme. E' consentito solo alle famiglie numerose e con figli piccoli. Loro di figli ne hanno tre. Due in età tenerissima. Arrivano dalla capitale, ma abitano in una zona più decentrata rispetto al centro di Kiev al confine con Bucha. “Ci sentiamo dei traditori- confessano ai nostri microfoni – ma non potevamo rimanere. Troppe le atrocità che si stavano consumando sotto i nostri occhi. Non avete idea. I bambini poi stavano avendo attacchi di panico e altri problemi e così abbiamo deciso di venire via.” L'attaccamento al loro paese è fortissimo e sono fermamente convinti che l'Ucraina debba rimanere un paese libero. “L'Ucraina è Europa – affermano – ringraziamo l'Italia per l'accoglienza.”