Nuova udienza al processo sulle “consulenze d'oro” uno dei filoni di inchiesta aperti sul crac di Banca Etruria.
Secondo la procura sarebbero stati spesi circa 4 milioni e mezzo di euro in consulenze definite "inutili" e "ripetitive" per valutare un'ipotesi di fusione con un altro istituto di credito.
Fondamentale nella ricostruzione dei fatti la deposizione di Carmelo Barbagallo, all'epoca dei fatti ispettore di Banca d'Italia oggi presidente dell'Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria del Vaticano.
Secondo Barbagallo, "il concetto di aggregazione espresso da Banca d'Italia era incompatibile con quello di mantenimento dell'autonomia che invece voleva il cda di Banca Etruria". Si torna in aula il 17 marzo, quando verranno sentiti gli imputati, in tutto 14. Tra loro anche Pierluigi Boschi.